Sintesi tratta dal libro "Ti ricordi Chernobyl?"

Nonostante il sarcofago sia stato costruito per durare 30 anni, già nel 1994, dopo due anni di lavori da parte di una apposita commissione di esperti, è stato costituito un consorzio guidato dalla compagnia francese “Campenon Bernard Sge”, con il compito di effettuare uno studio di fattibilità per la costruzione di una nuova struttura di contenimento.
Nel 1995 lo studio di fattibilità del consorzio è giunto alle seguenti conclusioni:

  • l’attuale sarcofago è instabile e non offre garanzie in caso di eventi sismici;
  • il sarcofago non è adatto alla conservazione dei materiali radioattivi, la cui vita media supera i 10.000 anni;
  • l’Ucraina non è in grado di finanziare questo progetto senza il sostegno della comunità internazionale. Da sottolineare, a questo proposito, che solo nel 2000, gli ucraini hanno speso più del 5% del loro Pil per mitigare gli effetti sociali, sanitari e ambientali del disastro.

L’11 settembre 1995 la Commissione Europea e l’Ucraina hanno firmato un accordo con il consorzio “Trischler und Partner GmbH” per sviluppare misure di protezione sia nel breve che nel lungo termine.Lo stesso anno l’Ucraina, i Paesi del G7 e la Commissione Europea, in accordo con il Memorandum of Understanding on Cernobyl Npp closure, svilupparono il
Recommendend Corse of Action che detta le potenziali azioni e misure di emergenza, prevedendo tre fasi:

  • stabilizzazione della vecchia copertura;
  • preparazione dell’area per la sua conversione in un sito ambientalmente sicuro;
  • conversione.

Nel giugno 1997 il G7 ha adottato definitivamente lo Shelter Implementation Plan (Sip), in continuazione dei precedenti accordi: il 20 novembre dello stesso anno i Paesi donatori, durante la conferenza di New York, hanno assunto l’obbligo di sostenere economicamente il progetto di implementazione e hanno costituito il Cernobyl Shelter Found (Csf), amministrato dalla Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo.Nell’aprile 1998 un consorzio composto dalle compagnie Bechtel (Usa), Battelle (Usa), Edf (Francia), si è aggiudicato i lavori per la realizzazione del Sip, suddiviso in tre stadi:

  • fase 1: 1998 – 2000 sviluppo di strategie, programmi e linee guida;
  • periodo transitorio: tra metà 2000 e inizio 2001, per la verifica e l’emanazione delle linee programmatiche;
  • fase 2: 2001 – 2008 progetto e acquisto dei materiali, costruzione (attualmente la data di definitiva costruzione è stata posticipata al 2010).

Sulla base degli accordi sottoscritti nel 1997 dal Csf, il costo del progetto venne stimato in 768 milioni di dollari: a oggi il costo è già lievitato a oltre un miliardo di dollari. I 28 Paesi donatori e la Commissione Europea hanno mano a mano alimentato con i propri contributi il fondo. Dell’Assemblea dei donatori del Csf, presieduta da Hans Blix, fanno parte: Unione Europea4, Austria, Belgio, Canada, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Italia, Irlanda, Giappone, Kuwait, Lussemburgo, Norvegia, Olanda, Polonia, Spagna, Svezia, Svizzera, Ucraina, Usa. A questi Paesi vanno aggiunti quelli che hanno contribuito in via estemporanea: Islanda, Israele, Corea del Sud, Portogallo, Repubblica di Slovacchia, Slovenia.

Ma sono ancora tante le difficoltà, sia di carattere economico che tecnico, per potere dare l’avvio ai lavori di messa in sicurezza della centrale di Cernobyl. In un articolo uscito il 25 gennaio 2005 sul quotidiano russo Trud, la compagnia francese che ha l’appalto per la costruzione del deposito di stoccaggio del materiale e del combustibile radioattivo segnala significativi problemi durante la costruzione. Problemi che rendono l’operazione di deposito quasi impossibile, in quanto nella centrale di Cernobyl le piscine di stoccaggio del reattore sono piene di barre di combustibile nucleare a elevata attività, cosa che rende l’impianto tuttora estremamente pericoloso.
Un altro problema, come detto, è rappresentato dal “vecchio” sarcofago eretto intorno al reattore esploso, che può collassare da un giorno all’altro. I comparti B1 e B2 e il pavimento, montati in condizioni estreme nell’immediatezza dell’esplosione, sono appena sufficientemente stabili in quanto eretti sul reattore distrutto con l’utilizzo di gru meccaniche, quando i livelli di radioattività erano ancora estremamente elevati.

Non sono a oggi in corso nemmeno attività di costruzione e rafforzamento di un muro, che potrebbe fermare la graduale discesa del sarcofago verso il fiume Pripyat. Il Direttore dell’impianto di Cernobyl, Alexander Smyshalayev, segnala poi la mancanza di specialisti che possano smantellare l’equipaggiamento dell’impianto. «Tra 3.700 persone, solo pochissimi specialisti possono fare questo», ha dichiarato al quotidiano Trud. L’impianto di Cernobyl rappresenta quindi tutt’ora una potenziale ed enorme minaccia. Il 1° novembre 2005 è stata però completata la stabilizzazione del supporto ovest. Un enorme raggio di supporto sostiene poi il pavimento del sarcofago nell’area sud. Il raggio stesso posa su altri supporti eretti sui cumuli delle strutture in cemento armato distrutte del reattore 4, residuo delle apparecchiature e
delle tubature. Indagini effettuate dimostrano la presenza di aperture e cedimenti strutturali che richiedono azioni di emergenza per la stabilizzazione e l’implementazione. Il rafforzamento del raggio di sostegno attraverso un progetto di stabilizzazione prevede due distinti step: la stabilizzazione del supporto a est e quella a ovest.
I lavori sono stati portati avanti in condizioni ambientali estremamente difficili per le temperature discontinue, il sollevamento artificiale, l’assenza di ventilazione forzata all’interno della struttura, gli enormi cumuli di detriti radioattivi, la difficoltà di accesso e, più importante, le condizioni di elevata radioattività. I lavori di stabilizzazione sono stati condotti dal consorzio russo-ucraino Stabilization, composto dalla Pc Atomstroyeksport (Russia) e da tre compagnie ucraine – Uzhteploenergomontazh (Utem), Atomenergostroyproyekt (Aesp), Pc Rovno Npp Construction Department.

In accordo con il progetto 8 di stabilizzazione, tutte le attività verranno terminate entro la fine del 2006, e due di queste sono già state completate. Attualmente il muro ovest della struttura, il raggio di supporto a est e l’intelaiatura sono in corso di stabilizzazione, preassemblate in un modello di base. Ogni giorno una media di 150 lavoratori è occupata nelle attività.
4 Il 12 maggio 2005, durante un incontro promosso dalla Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo, la Commissione Europea ha reso nota la sua intenzione di erogare un nuovo ulteriore finanziamento di 49 milioni di euro. All’incontro hanno partecipato, oltre ai rappresentanti della Commissione Europea, i membri del G8 e l’Ucraina.
Per la prima volta anche la Russia contribuirà al fondo. Il nuovo finanziamento della Commissione Europea si aggiunge agli oltre 600 milioni di euro già donati dal 1997 al 2000 da parte di 28 governi. Con l’attuale contributo, la Commissione Europea ha versato una somma di 239,5 milioni di euro, diventando così il principale finanziatore del fondo. Fonte: Bollettino UE 10-1999 Ambiente (20/21).
Tutto il personale viene sottoposto a esami medici e bioficisi durante i lavori di implementazione, come pure il personale nel centro di addestramento della centrale. La
quantità di dosi assorbite dal personale durante i lavori di implementazione non è dichiarata.
Queste sono le attuali informazioni sui lavori di messa in sicurezza del reattore esploso nella centrale nucleare di Cernobyl, in attesa che venga realizzato il nuovo sarcofago. La nuova copertura avrà la forma di un arco e misurerà 100 metri di altezza e 260 metri di larghezza, e diventerà la più grande struttura mobile mai costruita. Il nuovo “contenitore” verrà assemblato in un’area sicura nei pressi del reattore e successivamente installato sopra la vecchia struttura: questo sarà garantito per 100 anni, entro i quali dovranno essere studiate nuove soluzioni per la successiva messa in sicurezza( di questo ci sono foto del plastico)

Dal 2002 un’agenzia si occupa delle visite guidate alla centrale, alla città di Pripyat e al cimitero dei mezzi: camion, elicotteri e altri veicoli utilizzati per la bonifica della centrale. Nel 2004 sono arrivati 870 visitatori e l’anno successivo quel numero era già stato superato a giugno. Le escursioni, della durata di un giorno, costano dai 200 ai 400 dollari, pasti e trasporti inclusi. Cernobyl è anche questo: la morbosità, il desiderio di vivere le tragedie in prima persona, la ricerca di situazioni estreme.

A cura di Roberto Rebecchi    

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